The Radical Royalist commemorated King Umberto’s accession to the Italian throne on 9th May 1946 here .

With a spirit full of sorrow, but with the serene consciousness of having made every effort to carry out my duties, I leave my country. Let those who have taken the oath and kept faith through the hardest trials, consider themselves released from their oath of allegiance to the King, but not from their oath of allegiance to the Country. I think of all those who have fallen in the name of Italy, and I salute all the Italians. Whatever destiny awaits our Country, she will always be able to count on me, as on the most devoted of her sons.
Long live Italy!
13th June 1946

Il re Umberto II si appresta a lasciare per sempre il Quirinale, e qui lo vediamo nel Cortile d’Onore del palazzo con il duca Riario Sforza, comandante dei corazzieri, mentre passa in rassegna il picchetto che rende omaggio all’ultimo dei Savoia. Sono attimi di profonda commozione, per tutti e in mode particolare per Umberto chi si trova nel ruolo di protagonist del tramonto di una dinastia.
“Guardia del re, salute al re!”, dice Riario Sforza ai suoi uomini.
“Viva il re!”, gridano per l’ultima volta i corazzieri. E viene ammainata la bandiera con lo stemma sabaudo.


Sono le quattro del pomeriggio del 13 giugno 1946. Umberto II ha raggiunto l'aeroporto di Ciampino e, salutato dagli fedelissime, si avvia a passo spedito verso l'aereo militare, un Savoia Marchetti S 95, che lo porterà da Roma nell'esilio portoghese. ... senza tuttavia rinunciare ai suoi diritti sul trono e quelli dei suoi discendenti.

Dal portellone dell'aereo Umberto rivolge un ultimo saluto ai pochi che, informati all'ultimo momento della sua partenza, lo hanno accompagnato. Un ultimo, mesto, forzato sorriso. Un ultimo sguardo a quell'Italia su cui ha regnato per un solo mese e che non rivedrà più. Anche il cielo sembra intristire, in quel giorno di tarda primavera.

Il re Paolo di Grecia presenta ai dignitari di Corte le re Umberto II.

Il re Umberto nel suo studio privato di Villa Italia, la piccola reggia del lungo esilio a Cascais. "Cala la notte e prima di spegnere la luce e riposare ho la visione della piazza del Quirinale, di Roma, della città che non si può non amare. L'Italia è sempre nel mio cuore".

Umberto nella sua grande biblioteca di Villa Italia. Dopo aver recevuto una rigida educazione militare, era stato considerato dai più come un uomo dai limitati interessi culturali. Al contrario il re Umberto era un raffinato umanista, un profondo conoscitore di storia, di letteratura e d'arte.

He died on 18th March 1983 in Geneva, Switzerland. His body was not allowed to repatriated to Italy and was interred in Hautecombe Abbey in France.
Un affettuoso abbraccio, spontane e informale, tra Papa Giovanni Paolo II e il re Umberto II: è il 14 prile del 1982, il Papa si è recato in pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Fatima, in Portogallo, e nella residenzia del cardinale di Lisbona ha concesso un'udienza privata alla re d'Italia. Umberto si è inginocchiato di fronte a lui, ma il Pontefice lo ha fatto subito rialzare e ha voluto abbracciarlo. Il sovrano sa di essere molto malato, che gli resta poco da vivere, e di certo in quel lungo colloquio ne parla con Papa Giovanni Paolo.

In 1987 a bust of the Italian King was unveiled in Cascais, in front of the Villa Italia, where he spent three and a half decades. The ceremony in the newly named Avenida Rei Humberto II de Itália was attended not only by King Umberto's only son, Prince Vittorio Emanuele, but also by the Portuguese President Mário Soares. Also present were Queen Marie José of Italy, King Umberto's widow, Queen Joana of the Bulgarians, the deceased King's sister, and Portugal's King-in-waiting, Dom Duarte Pio, Duke of Bragança.

1 comment:
He will remind forever in our minds. Here, in Portugal, he was always a great man.
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